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Home  /  Malware  /  Operation Ghost: ESET scopre che il gruppo di hacking DNC i “Dukes” continua ad attaccare gli obiettivi governativi

Operation Ghost: ESET scopre che il gruppo di hacking DNC i “Dukes” continua ad attaccare gli obiettivi governativi

I Dukes (alias APT29 e Cozy Bear) sono tornati sotto i riflettori dopo un loro sospetto coinvolgimento nell’attacco informatico al Comitato nazionale democratico in occasione delle elezioni americane del 2016. Dopo una violazione in Norvegia a gennaio 2017 e nonostante un sospetto ritorno a novembre 2018, i Duke apparentemente sembravano scomparsi dalle scene del cyber spionaggio. Tuttavia, i ricercatori ESET hanno scoperto un’operazione chiamata “Ghost”, iniziata probabilmente già nel 2013, e ancora in corso. I Dukes si sono infiltrati nell’ambasciata di uno Stato membro dell’UE a Washington DC e nei ministeri degli Affari esteri di almeno tre diversi paesi in Europa.

ESET ha identificato tre nuove famiglie di malware associate ai Dukes: PolyglotDuke, RegDuke e FatDuke. “Una delle prime tracce pubbliche di questa campagna poteva già essere trovata su Reddit a luglio 2014″, afferma il ricercatore ESET Matthieu Faou. “Possiamo confermare con una certa sicurezza che lo stesso gruppo è dietro l’Operazione Ghost e l’attacco DNC”, aggiunge.

Cronologia di “Operation Ghost” in base ai dati della telemetria ESET.

Abbiamo attribuito questi attacchi ai Dukes basandoci su diverse somiglianze nelle tattiche osservate in questa campagna rispetto alle precedenti. In particolare, i Duke hanno utilizzato Twitter e Reddit per ospitare gli URL di comando e controllo e hanno utilizzato la stenografia nelle immagini per nascondere payload o comandi dannosi. Inoltre, anche i bersagli sono rimasti gli stessi, con i ministeri degli affari esteri sempre nel mirino dei criminali: due dei tre obiettivi colpiti erano già stati precedentemente compromessi dallo stesso gruppo, con almeno una macchina con i “vecchi” componenti Dukes ancora installati da diversi mesi. Un’ulteriore prova è indicata dalle forti similitudini presenti nel codice dei campioni già documentati e in quello di Operation Ghost.

Figura 1: comparazione tra la stringa di una funzione di crittografia di PolyglotDuke (a sinitra) e di una presente in OnionDuke (a destra) del 2013

“Nel 2013, alla prima data di compilazione conosciuta di PolyglotDuke, solo MiniDuke era stato documentato, e quindi, riteniamo che Operation Ghost fosse in esecuzione simultaneamente con le altre campagne e gli autori siano riusciti in qualche modo a farlo passare inosservato”, spiega Faou.

In Operation Ghost, i Duke hanno utilizzato un numero limitato di strumenti, ma si sono affidati ad alcune tattiche interessanti per evitarne il rilevamento. I Dukes sono molto persistenti e rubano sistematicamente le credenziali dai sistemi utilizzandole poi per spostarsi lateralmente nella rete. ESET analizzandone il comportamento ha notato come impiegasse le credenziali amministrative per compromettere o ri-compromettere le macchine nella stessa rete locale.

I Dukes hanno una sofisticata piattaforma malware divisa in quattro fasi, nella prima delle quali recupera l’URL C&C tramite Twitter o da altri social network e siti Web. In secondo luogo, utilizza Dropbox per ricevere comandi dai criminali. In terzo luogo, rilascia una backdoor semplice, che in fine nell’ultima fase rilascia una backdoor più sofisticata con molte funzionalità e una configurazione flessibile.

Per maggiori dettagli è possibile consultare il post sul blog, ” Operation Ghost: i duchi non sono tornati – non sono mai andati via” e scaricare un documento dedicato cliccando qui. Per rimanere informati sugli ultimi sviluppi delle ricerche ESET potrete seguirci su Twitter.

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